blog irriverente fra il sarcastico e il tedioso su bici, mobilità ed altro

Modelli di (im-) mobilità quotidiana, al lavoro e a scuola in bici, pantofole sui pedali, verdi d'invidia, bocciofile, terrore motorizzato, terapie consolatarie, ciclabilità e fregature, miserie umane al volante e in sella, dopolavoro biciclettaro, "o il codice o la vita", treno+bici, tramvie ed intermodalità, redistribuzione dello spazio stradale ...
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domenica 2 giugno 2013

o il codice o la vita

La crescente presenza delle bici sulle nostre strade ha anche alcuni effetti collaterali poco simpatici: per es. le aggressioni verbali o fisiche, le campagne mediatiche, le lamentazioni da bar sui ciclisti cattivi, indisciplinati e causa di tutti i mali del mondo - o perlomeno del traffico.
Del contrasto e delle strategie per affrontare pogrom anti-bici ed altre meraviglie si è scritto e discusso in varie sedi.
Serve anche un piccolo prontuario di uso quotidiano per gli utenti della bici meno attrezzati ed abituati a destreggiarsi nel far west stradale, facilmente vittime di esso. Si tratta di indicazioni su come portare a casa la pelle, non farsi terrorizzare ed anche non cadere in trappole di cavilli giuridici con cui azzeccagarbugli da strada o da aule giudiziarie tenteranno di darvi torto. Il motto è appunto che la pelle conta più del codice.
Esempio di pericolo da tenere la destra  
Ci saranno varie puntate, in questa, oltre a una piccola raccomandazione "legalitaria" alla fine,  si parla di corsie preferenziali, strisce pedonali e  ...

Tenere la destra se circoli su strada?
Sì ma non troppo, lasciati uno spazio libero di almeno 1 metro alla tua destra, dal margine del marciapiede o dalle auto parcheggiate. In effetti il codice della strada prescrive ai velocipedi di tenere la destra ma questo non significa rinunciare alle distanze di sicurezza, non definite nel testo di legge ma ipotizzabili per analogia con altre norme europee: 100-150 cm. Strombazzano o sbraitano dietro di voi? Lasciateli fare, in ogni caso rischiate meno che a pedalare a filo di marciapiede. Essere agganciati da chi vi sorpassa facendovi il pelo è uno degli incidenti più diffusi, ed anche uno di quelli con gravi conseguenze.

Corsie preferenziali, percorrerle?
La segnaletica può esplicitamente abilitare il transito bici, ma è piuttosto raro in Italia (e diffusissimo, o la regola, in quasi tutta Europa). In molti casi usare le preferenziali riduce i rischi, ma ricordiamoci che in caso di incidente ci daranno torto. Del tutto suicida è invece pedalare a sinistra della preferenziale su una corsia ad essa parallela e nello stesso senso, con gli autobus che ti fanno il pelo sulla destra e le auto sull'altro lato. Alla larga, infischiatene del codice ed usa la preferenziale, magari arrivi sano e salvo a destinazione!!

Strisce pedonali, in sella?
Purtroppo qui il comportamento intuitivo del ciclista lo inganna: nessuna sicurezza in più, e ti daranno anche torto dopo averti travolto.
Meglio transitare normalmente sulla carreggiata, magari a filo delle strisce se sono sulla tua destra. Oppure conducendo a mano, in tal caso si è equiparati ai pedoni, con tutte le precedenze del caso. A volte conviene un piccola perdita di tempo.
Ciclopedonale
Nel caso invece che prima e dopo le strisce ci sia un percorso ciclopedonale (vedi cartello) esse valgono anche per i ciclisti, secondo un parere ministeriale, e si può quindi rimanere in sella e pedalare: ne pedoni ne automobilisti sapranno che la manovra è legittima e vi insulteranno, o magari vi travolgeranno a scopo punitivo: "devi scendereeeeeeee!!!!". Cazzata, ma intanto arriva l'ambulanza.

Ci sono anche casi in cui invece attenersi alle regole aiuta ed aumenta la nostra sicurezza: per es. le luci di notte. Cerchiamo di averle non per obbedienza ma per noi. Si tratta di uno sforzo minimo, ben al di sopra dell'esser visti o non fornire appigli a chi guida un arnese da 2 tonnellate (o anche una Panda).

Qui finisce la prima puntata del prontuario, che proseguirà nelle prossime settimane con altri casi non meno angoscianti per l'amletico dubbio: "conta più la pelle o il codice"? A presto.


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