blog irriverente fra il sarcastico e il tedioso su bici, mobilità ed altro

Modelli di (im-) mobilità quotidiana, al lavoro e a scuola in bici, pantofole sui pedali, verdi d'invidia, bocciofile, terrore motorizzato, terapie consolatarie, ciclabilità e fregature, miserie umane al volante e in sella, dopolavoro biciclettaro, "o il codice o la vita", treno+bici, tramvie ed intermodalità, redistribuzione dello spazio stradale ...
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venerdì 19 dicembre 2014

C'era una volta ... che il senso unico eccetto bici non s'ha da fare

Favola autobiografica con Valerio Parigi, un Innominato parlamentare e altri personaggi

C'era una volta ... un re, diranno i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.
Ops, no scusate, vi sto raccontando Pinocchio, (vedi) e invece volevo parlarvi d'altro. Dunque, c'era una volta chi diceva chi "i sensi unici eccetto bici non si puo' "  e che "sono pericolosi".

Era una notte buia e tempestosa ... o per la verità era una serata tiepida e piena di luce, a Stoccolma in pieno agosto il sole non scompare fino a notte fonda. Mi beavo nuotando nell'acqua dei fiordi quando, dal cellulare di un misterioso parlamentare, mi giunge la ferale notizia: con un colpo di mano un paio di deputati hanno bocciato la norma del nuovo codice della strada che prevede esplicitamente i sensi unici eccetto bici. La madre di tutte le battaglie, nel rovesciare logiche perverse, e nell'adeguare l'Italia al resto d'Europa, rischia di sfociare in una Caporetto. E di una disfatta militare ci sono molti elementi. Gli Stati Maggiori delle truppe ciclabili sono a crogiolarsi sotto l'ombrellone o a faticare su assolate strade, il nemico autocentrico ha condotto un attacco a sorpresa e sfondato le linee. Ci salverà il Piave? Vai oltre e lo saprai ...
sono io sprezzante del pericolo

In una tarda serata autunnale squilla ancora il maledetto cellulare: è il diabolico Alfredo Drufuca, uno dei pochi esperti di ciclabilità e mobilità in terre italiche, che in una sorta di chiamata alle armi da parte del solito parlamentare innominato, chiede ad un manipolo di incursori ciclanti (fra cui io) di fornire munizioni per un contrattacco. Il tempo è poco, bisogna agire subito. Altre concitate telefonate notturne con l'innominato deputato, per capire che munizioni gli servono, poi indosso il giubbetto anti-suv (non l'elmetto da ciclista, tanto servirebbe a poco) et vualà, mezza nottata a raccogliere riferimenti, testi di legge e normative europee, in varie lingue, a dimostrazione incontrovertibile che i sensi unici eccetto bici sono previsti in tutta Europa e solo da noi qualche burocrate, il Ministro Lupi, e guastatori parlamentari sostengono che no, non si può e poi è anche pericoloso, e quindi "questo emendamento al codice non s'ha da fare". Frenetiche ricerche ed ecco le munizioni che faccio avere al misterioso parlamentare, per contrattaccare in commissione gli invasori del sacro suolo patrio. Oltre a quelle olandesi e tedesche, particolarmente efficaci sono le munizioni francesi (link e riferimenti ai siti ministeriali, testo della direttiva gallica sui sensi unici eccetto bici ecc), proprio perchè provenienti da paesi che i controsensi ciclabili, già legittimi da anni ma non diffusi a tappeto, da poco li hanno resi di fatto obbligatori nelle zone 30 e aree simili, dando una scadenza temporale ai Comuni per adeguare la segnaletica (*).
Si fa beffe del Ministro Lupi ...

Poi la notizia di ieri, il contrattacco in commissione Trasporti della Camera ha avuto successo: torna l'emendamento che rende esplicitamente legittimo il senso unico eccetto bici nel nuovo codice. La nottata e gli occhi allucinati al mattino per reperire e fornire le munizioni in varie lingue è servita, si va avanti.
Merito anche del pressing costante dal basso, in piena estate e nei mesi successivi, di chi ha tenuto alta l'attenzione, rilanciato il tema invece di rassegnarsi, di chi ha accettato lo scontro, inevitabile, invece di ritirarsi in zone più tranquille, magari a vivaccchiare in giretti domenicali fra pensionati.  Grazie a chi ha lanciato e portato avanti "ciao Lupi", le famigerate  foto davanti a sensi unici da violare deliberatamente in bici. Come la nostra Marina, in veste da ciclo-guerrigliera urbana, invece che in quella di sobria femminilità con cui la conosciamo nei difficili negoziati fiorentini e in ruoli di rappresentanza.

Se ne avrò voglia tornerò a scrivere sull'argomento, per es. per diradare le nebbie sui temi normativi, diffuse anche fra molti cicloattivisti, associazioni, movimenti: cosa cambia rispetto al passato per noi, come hanno fatto in Francia e in Belgio (o in Estonia) in tempi recenti, come funziona nelle roccaforti olandesi o danesi, o come procedono a marce forzate i paesi di lingua tedesca per sviluppare ancora la ciclabilità.
Abbiamo ancora molta strada davanti a noi, ma intanto mi godo la soddisfazione, anche quella di aver fatto la mia parte.
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Note
(*) Sul quadro nei vari paesi europei ho già scritto in passato, forse (sempre se avrò voglia e tempo da dedicarci) riassumerò il tutto con le (modeste) differenze esistenti.

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