blog irriverente fra il sarcastico e il tedioso su bici, mobilità ed altro

Modelli di (im-) mobilità quotidiana, al lavoro e a scuola in bici, pantofole sui pedali, verdi d'invidia, bocciofile, terrore motorizzato, terapie consolatarie, ciclabilità e fregature, miserie umane al volante e in sella, dopolavoro biciclettaro, "o il codice o la vita", treno+bici, tramvie ed intermodalità, redistribuzione dello spazio stradale ...
_________________________________________________________________________________________________

lunedì 18 novembre 2013

Masochismo ciclabile


Ogni tanto mi capita di leggere o sentire frasi come "il codice della strada vale anche per le bicicletteeeee", magari con un digrignar di denti, spesso a commento di "andare contromano", "legare la bici a un palo", o semplicemente "intralciare" qualche bolide (che poi cerca di sorpassarti facendoti il pelo a 2 cm). Paradossale in una paese e in una realtà quotidiana che vede la pirateria stradale motorizzata all'ordine del giorno, in ogni momento, nella normalità di mettere in fuga vecchiette sulle strisce (quando va bene), sosta sul marciapiede o in seconda fila come nulla fosse, ammazzamenti giustificati con un "non l'avevo visto" ecc.

Mi stupisce ancor più sentire o leggere cose simili nei vari forum, pagine Facebook, blog vari di sostenitori della bici, dei diritti e della sicurezza dei ciclisti, della perversione del traffico autocentrico. In questi casi il tenore è più o meno "noi ciclisti dobbiamo dare il buon esempio e rispettare scrupolosamente il codice".
Sicuri? Mi viene da aggiungere: "e farsi ammazzare per la causa". Puro masochismo, propensione all'autofustigazione.
Qualcuno crede davvero che a "fare i ciclisti buoni", fino all'offrirsi come vittime sacrificali, faccia rispettare di più chi si muove in bici in città? Che i pirati della strada motorizzati non ci sbraiteranno o non ci faranno il pelo (o peggio) perchè ce ne stiamo bravi bravi sulla destra? Oppure che più gente passerà alla bici sulla base del buon esempio o che le amministrazioni faranno di più per la ciclabilità?

No, niente di tutto ciò, l'unico effetto sarà presentarsi come predicatori al bacino di chi già si muove in bici, diventando saputelli e moralisti invece che portatori di diritti, scelte, spazio e sicurezza.

Ordunque:
  • chi usa la bici non aderisce a una setta o religione, lo fa per motivi pratici e di cervello, non ha da dare nessun buon esempio (che peraltro non avrà nessun effetto)
  • prima del codice conta salvarsi la pelle, o anche potersi effettivamente muovere in bici invece che sul gippone, e varie infrazioni servono proprio a non farsi stritolare (*): fra le due non ho dubbi sulla scelta, me ne infischio del tal comma e bado alla vita o all'incolumità mia, che peraltro non mette in pericolo nessuno
  • ogni bici è un auto in meno, e quindi un bene per tutti - e se per avere una bici in più serve andar contromano, ben venga
  • - last but not least, le infrazioni in bici spesso indicano ciò che dovrebbe essere legittimo ed ancora non lo è, per stupidità o per mantenere lo status quo autocentrico più devastante: esempio tipico i sensi unici eccetto bici
  • ancor più "last", se nessuno andasse contromano (o altre infrazioni) neanche sarebbe in discussione di adeguare segnaletica o normativa. Perciò chi lo fa svolge un ruolo positivo, quasi di disobbedienza civile, magari senza saperlo. In ogni caso ogni volta che vedo una bici controsenso mi rallegro, e faccio le lodi di chi sta in sella.
  • a latere: se proprio voglio dar buoni consigli ai compagni di avventura in bici, lo farò indicando i pericoli reali e come ridurli, generalmente non basandomi su codicilli, o in pochi casi (per es. le luci la notte) in cui si rischia meno.

(*) Pedalare controsenso è meno pericoloso che nel senso "giusto", dimostrato da tonnellate di rilevazioni, studi ecc. E gli incidenti del tipo scontro frontale fra bici e auto sono rarissimi.

Nessun commento: