Ebbene sì, gli amministratori della città emiliana si sono fatti una brutta fama. Anni fa introdussero in tutto il centro storico i famigerati "sensi unici eccetto bici". Per la disperazione di burocrati ministeriali, ai cui strampalati ed arzigogolati pareri non hanno voluto sottomettersi, vollero render legittimo che in bici si possa andare nei due sensi anche nelle strade a senso unico.
La sfacciataggine di questi reggiani, anzi la loro pazzia, è che hanno usato semplicemente la segnaletica diffusa in tutta Europa, osando affermare che se si fa a Copenhagen si può fare anche da noi.
Ma c'è di peggio: devono aver manipolato statistiche e rilevazioni degli incidenti per nascondere le stragi degli innocenti preannunciate da tanti. Come è possibile che le strade non siano cosparse di sangue? Mica siamo ad Amsterdam qui, epperdiana!
Recentemente poi la loro pazzìa ha raggiunto livelli eccelsi: proprio a Reggio Emilia si sono riuniti per due giorni circa 500 persone per gli Stati Generali della Bicicletta. Fra di essi tecnici, esperti di mobilità, assessori di minuscoli villaggetti sperduti come Milano, Bologna, Trento, Trieste, Udine, Pesaro ... Palesemente in preda a delirio, questi irresponsabili si sono lanciati in filippiche per dare più spazio e sicurezza a chi si muove in bici.
Si ipotizza che fossero stati drogati occultamente dal sindaco di Reggio Emilia e Presidente dell'ANCI, c'est a dir il Decano dei Primi Cittadini italiani.
Nei loro deliri sono emerse altre allucinazioni come le zone 30 in grandi parti delle nostre città, la copertura assicurativa Inail per chi va al lavoro in bici, come per chi usa i mezzi pubblici, l'utilizzo di quote delle multe per finanziare le reti ciclabili, le quali, udite udite dovrebbero coprire in continuità l'intera area urbana ed in particolare gli assi di scorrimento.
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